Vorremmo sottolineare che le attività di pesca professionale sono soggette a norme rigorose.La maggior parte dei pescatori professionisti lo rispetta perché ha tutto interesse ad avere pratiche rispettose dell’ambiente che assicurino una pesca sostenibile.
  

La pesca professionale è conforme alle normative nazionali ed europee (il testo di riferimento per la pesca nel Mediterraneo è il Regolamento (CE) n. 1967-2006).È accompagnata da regolamenti regionali che possono essere elaborati, ad esempio, da organizzazioni professionali come i comitati regionali per la pesca marittima e l’agricoltura (CRPMEM).Essi possono riguardare le caratteristiche dei pescherecci e degli attrezzi, le zone di pesca, le date di apertura, i contingenti, ecc.

Alcune specie sono soggette a normative specifiche (come lupi, ricci di mare, capesante, ecc.) e anche alcune aree geografiche come gli estuari o le zone marine protette (AMP).

 

Nel raggio di 3 miglia la pesca marittima è disciplinata dal “Code Rural et de la Pêche Maritime” (Codice rurale e della pesca marittima).
Nella zona costiera delle 12 miglia prevale la sovranità degli Stati membri, tranne in caso di possesso di un diritto di pesca storico.

Nel Mediterraneo, il regolamento proviene anche dalle prud’homies ed è ripreso sotto forma di decreti ministeriali e prefettorali (fissazione di una dimensione minima delle maglie per le reti, di una dimensione minima per lo sbarco delle specie, uso di attrezzi da pesca selettivi, ecc).